Marc Vinciguerra: scolpire l’infinito, tra arte,filosofia e una nuova spiritualità

Marc Vinciguerra: scolpire l’infinito, tra arte,
filosofia e una nuova spiritualità

In un’epoca in cui l’arte corre verso la smaterializzazione e la spiritualità sembra dissolversi nella frenesia della contemporaneità, Marc Vinciguerra si afferma come uno dei pochi architetti dell’invisibile.

Il suo lavoro non si limita alla scultura, né alla filosofia o alla teologia: è la fusione viva di tutte queste dimensioni, una mappa per orientarsi in un mondo sempre più frammentato.

Riconosciuto a livello internazionale, esposto in sedi prestigiose come la Biennale di Venezia, la Bombay Beach Biennale e il Museo d’Arte Contemporanea Sicilia (MACS), Vinciguerra costruisce non semplici opere, ma portali verso una nuova esperienza dell’infinito.

Tra le sue creazioni più emblematiche: The Triptych of The Religion of Atheism, The Transfiguration e The Invisible Cathedral, veri manifesti scolpiti della sua visione.

Nelle sue sculture, l’esistenza si fa tensione, il sacro si fa carne, la spiritualità si spoglia di ogni dogma per ritrovare l’uomo nella sua fragile immensità.

Vinciguerra non è un artista che cerca risposte: è un uomo che plasma domande, scavando nella materia e nella coscienza.

Nel corso di questo incontro, il suo pensiero si è rivelato con la stessa forza di una scultura che emerge dal marmo: ogni risposta, ogni intuizione, ha inciso una traccia, non solo nello spazio delle parole, ma anche nella coscienza di chi ascolta.

Questo è il racconto di un dialogo che è diventato viaggio.

Scultura contemporanea spirituale "Facing the Void" di Marc Vinciguerra con figure sospese e luce neon verde
Facing the Void © 2020 Marc Vinciguerra. All rights reserved.

La genesi di un’arte filosofica

Collegare arte, filosofia e teologia non è stata una scelta occasionale per Marc Vinciguerra: è stata un’urgenza, presente sin dagli albori della sua pratica artistica.

“Amo l’arte”, racconta, “ma pongo le idee ancora più in alto, tanto che non chiamo il mio lavoro ‘arte’ ma ‘arte filosofica’.”

In ogni scultura che crea, Marc incide non solo forme, ma concetti: ogni opera è il frutto di un’idea filosofica sedimentata e poi scolpita nella materia.

A guidarlo è una convinzione profonda, che trova eco nelle parole di Umberto Eco:

“Il compito della cultura è spiegare l’infinito.”

Vinciguerra si riconosce pienamente in questo compito e aggiunge:

“Mi spingo oltre la domanda di Eco e chiedo: come possiamo spiegare meglio l’infinito? Il nostro rapporto con l’infinito nel XXI secolo sta progredendo o regredendo?”

Mentre parla, la sua voce sembra farsi scultura essa stessa, tratteggiando il pensiero del filosofo tedesco Schelling:

“C’è una sola essenza dell’infinito, ma ogni secolo lo interpreta a modo suo. L’infinito non è fisso e immutabile; è una determinazione che evolve con ogni epoca.”

Il suo scopo, dunque, è chiaro:

“Spiegare l’infinito dal punto di vista del nostro tempo, contribuendo a scolpirne una nuova faccia nella geometria del sacro.”

Una geometria viva, che muta in nuovi simboli, mai uguale a se stessa.

La sua arte filosofica diventa così una sfida e una missione:

“La grande soddisfazione nell’arte filosofica è che quando trovi una nuova visione filosofica hai la sensazione di scrivere un nuovo capitolo della storia delle idee. Prima tento di svelare il nostro Dio storico, poi di capire come questo Dio del XXI secolo contribuisce all’essenza del Dio eterno.”

In queste parole si riflette tutta la tensione e la grandezza del suo percorso: scolpire non solo forme, ma l’infinito stesso.

The Religion of Atheism ©2015-2016 Marc Vinciguerra. All rights reserved.

La religione dell’ateismo: un nuovo sacro

Se il titolo The Religion of Atheism appare potente e provocatorio, è perché racchiude in sé una tensione profonda, figlia del nostro tempo.

Marc Vinciguerra, con la consueta lucidità, ripercorre le radici di questa intuizione:

“Viviamo tempi straordinari: stiamo assistendo a una rivoluzione religiosa nel mondo occidentale.”

La sua riflessione parte da lontano. Durante la Rivoluzione Francese del 1789, ricorda, l’ateismo si oppose frontalmente al teismo, dando avvio a un processo di decristianizzazione massiccia. Nei secoli successivi, l’Occidente si allontanò progressivamente dalla religione, trasformando le cattedrali in musei vuoti.

“Il XX secolo celebrò con orgoglio la secolarizzazione, contrapponendo sacro e secolare.”

Eppure, nel XXI secolo, il racconto sembra cambiare.

“Oggi, i più importanti sociologi della religione — Charles Taylor, Linda Mercadante, Richard Kearney — raccontano un’altra storia: stiamo abbandonando la religione non per ateismo, ma per una nuova esperienza religiosa al di fuori della religione.”

I credenti stessi si ribellano, non contro il sacro, ma contro le strutture istituzionali che tentano di imbrigliarlo.

Vinciguerra si domanda allora:

“Essere atei è più religioso che avere una religione? L’ateismo possiede una forza religiosa che non abbiamo ancora compreso? È possibile che Dio voglia che siamo atei per avvicinarci meglio all’infinito?”

Nella sua visione, l’assenza di Dio non cancella la sete di sacro: la moltiplica.

“Credo che la vera religione sia all’intersezione tra secolare e religioso, e che anche il vero ateismo debba esserlo. Un ateismo che non sia religioso tradisce la sua stessa essenza.”

Le sue parole scolpiscono un pensiero radicale:

“La spinta verso il sacro non si spegne con l’assenza di Dio, anzi si amplifica. Per questo io credo in un ateismo religioso, perché si può facilmente negare Dio, ma non si possono negare gli stati religiosi che si manifestano anche in assenza di Dio.”

E infine pone una domanda che suona come un manifesto:

“Se uno stato religioso è possibile senza Dio, da dove proviene allora questa illuminazione secolare? Tutto il mio lavoro è un tentativo di rispondere a questa domanda.”

Materia e spirito: la scelta dei materiali

Per Marc Vinciguerra, la materia non è mai neutra. Ogni materiale scelto vibra in sintonia con l’idea che lo ha generato.

“Scelgo i materiali in base ai contenuti e alle sensazioni che voglio trasmettere.”

Così introduce il suo processo creativo, dove marmo e neon, bronzo e cartone, diventano ponti tra visibile e invisibile.

“Sia il marmo che il neon hanno una luminosità mistica che adoro.”

Racconta di un cammino che parte dal bronzo, passa per il marmo e la vetroresina, fino ad approdare a materiali più leggeri e inaspettati:

“Oggi lavoro con cartone trattato con sostanze chimiche che lo rendono duro come il metallo ma leggerissimo.”

The Body of Light © 2021 Marc Vinciguerra. all rights reserved.

Ogni evoluzione nella materia corrisponde a un’evoluzione spirituale.

“La mia scelta dei materiali riflette anche il mio percorso spirituale: dalla gravità alla grazia.”

Ed è proprio questo passaggio che Vinciguerra scolpisce in opere come Gravity and Grace, dove una figura fluttua sospesa nel gas verde di un neon all’uranio, incarnando la leggerezza spirituale che il suo cammino ricerca.

Anche se il mezzo e l’idea si intrecciano, è sempre la filosofia a guidare la mano:

“Anche se esiste una relazione tra mezzo e idee, nel mio processo creativo sono sempre le idee a imporsi. L’arte per me serve la filosofia.”

Un’affermazione che suona come un credo personale:

“Credo che le idee siano più belle dell’arte stessa, perché trasformano l’esistenza.”

Attraverso la materia, Vinciguerra non si limita a plasmare forme: plasma traiettorie spirituali.

Scolpire come meditazione sul sacro

Per molti artisti, scolpire è un dialogo intimo con la materia.

Per Marc Vinciguerra, è qualcosa di ancora più profondo: una meditazione che si radica non nella materia, ma nelle idee.

“Quando scolpisco, la meditazione sulle idee precede di gran lunga quella sulla materia.”

La sua concentrazione non si fissa sul marmo o sul bronzo, ma sulla struttura invisibile delle sensazioni religiose che attraversano il nostro tempo.

“Non medito sui materiali, ma sulla struttura delle sensazioni religiose del nostro tempo.”

Eppure, quando le idee trovano la loro forma, quando la filosofia diventa materia, allora l’opera riesce a parlare da sola:

“Se riesco a tradurre fedelmente queste idee in scultura, il pubblico sentirà quello che ho sentito io.”

Vinciguerra conosce intimamente il linguaggio dei materiali e li ascolta come se fossero voci di mondi differenti.

“Il marmo mi dà la sensazione che la luce provenga dall’interno del mondo. Il bronzo dà la sensazione che la luce arrivi dall’esterno. La vetroresina attenua la luce, mentre il cartone trattato trasmette la sensazione della pelle degli dei.”

In ogni scelta, in ogni gesto, si svela la tensione tra materia e spirito che guida il suo lavoro: una tensione vissuta, pensata, scolpita.

Opera di arte contemporanea spirituale "Nihilism and Sacred Nihilism" di Marc Vinciguerra, figure che ascendono
Nihilism and Sacred Nihilism, Detail of The Religion of Atheism ©2015-2016 Marc Vinciguerra. All rights reserved.

Eredità classica e tensione contemporanea

Nel lavoro di Marc Vinciguerra si avverte, potente e silenziosa, l’eco della grande tradizione classica.

Un legame profondo, costruito nei suoi anni più formativi.

“Da giovane, Michelangelo e Rodin mi impressionarono profondamente per il coraggio con cui affrontarono il Dio o il non-Dio del loro tempo.”

È con Rodin che Vinciguerra sente un’affinità speciale. Crescendo a Parigi, il Museo Rodin diventò per lui una seconda casa:

“Frequentavo il Museo Rodin da bambino e poi da studente di filosofia alla Sorbona. Ho insegnato disegno lì, e una volta, fingendomi cieco, sono riuscito a toccare le sue statue: un’esperienza mistica che ha travolto i miei sensi.”

Attraverso quella materia viva, toccata di nascosto, Vinciguerra respirò il trauma culturale della fine dell’Ottocento, quando Parigi era una capitale metafisica.

“Si avvertiva la dissoluzione del cristianesimo tradizionale e, contemporaneamente, una nuova mistica enigmatica. Questo trauma culturale si avverte nella poesia di Mallarmé, nella musica di Debussy e Satie, nelle statue di Camille Claudel.”

In quegli anni, arte e spiritualità si fusero nel dialogo tra l’assenza e la presenza di Dio.

Oggi, Vinciguerra non cerca più un dialogo diretto con quegli artisti:

“Il mio compito è decifrare il mistero incompiuto che loro hanno percepito: intuire che la morte di Dio, lungi dall’annientare la religione, ci porta più vicini alla sua vera essenza.”

Con le sue sculture, continua a scolpire ciò che Michelangelo, Rodin e Claudel avevano solo intravisto: il sacro che sopravvive al crollo delle sue stesse cattedrali.

Opera di arte contemporanea spirituale "The Essence of Atheism" di Marc Vinciguerra, corpo umano scolpito in atto mistico
The Essence of Atheism, detail of The Religion of Atheism ©2015-2016 Marc Vinciguerra. All rights reserved.

Materia contro smaterializzazione: il cammino dell’artista

In un’epoca in cui l’arte sembra dissolversi nella smaterializzazione digitale, Marc Vinciguerra sceglie la resistenza della materia.

“Viviamo un’epoca di smaterializzazione e digitalizzazione dell’arte. Ma io sento il bisogno fisico di costruire, di portare sulle spalle le impalcature del mio lavoro.”

Per lui, affidarsi interamente alla tecnologia significherebbe interrompere il proprio cammino umano e spirituale:

“Se affidassi tutto al computer, smetterei di crescere come essere umano e cesserei di connettermi con le mie rivelazioni.”

Il suo concetto di arte non si esaurisce nell’oggetto finale, ma risiede soprattutto nel viaggio, nella ricerca, nella fatica della scoperta:

“Per me, la bellezza dell’arte risiede nella ricerca: nell’essere il protagonista attivo di quella ricerca.”

Vinciguerra descrive se stesso come un viandante del pensiero, un pellegrino della bellezza autentica:

“Devo essere disposto ad attraversare mille deserti per trovare una definizione autentica di bellezza.”

E quale animale poteva rappresentarlo meglio?

“Per questo il mio animale preferito è il cammello, il filosofo che cammina senza sosta.”

Con ogni passo, ogni scultura, ogni idea scolpita nella materia, Vinciguerra sfida la deriva della smaterializzazione e riafferma il valore sacro della presenza fisica nel mondo.

L’arte come nuova narrazione

Se per molti l’arte è un semplice esercizio estetico, per Marc Vinciguerra essa è una necessità esistenziale.

Un’urgenza, radicata nel bisogno umano di ritrovare un senso collettivo, in un’epoca che ha smarrito le sue grandi storie.

“Oggi l’arte è orfana di meta-narrazioni.”

Il postmodernismo, osserva Vinciguerra, ha avuto il merito di demolire i grandi racconti ideologici che avevano soffocato l’individuo.

Ma quella critica ha lasciato un vuoto:

“Il postmodernismo ha giustamente criticato i grandi racconti ideologici, ma ha anche lasciato l’Occidente privo di una narrazione collettiva.”

Senza una trama comune che unisca le esistenze, siamo esposti a un rischio antico:

“Senza storie condivise, diventiamo vulnerabili al ritorno delle ideologie peggiori.”

Per questo, Vinciguerra vede nel XXI secolo un compito altissimo per l’arte:

“Il ruolo dell’arte nel XXI secolo è trovare una nuova narrazione aperta: un sistema di pensiero che non sia totalitario, ma che dia agli uomini un significato e una visione del mondo da cui possa nascere una nuova arte più grande dell’individualismo sterile postmoderno.”

Attraverso la sua scultura filosofica, Marc Vinciguerra cerca di dare forma proprio a questa nuova narrazione: un’arte che non rinchiuda, ma che liberi.

Momenti che scolpiscono l’anima

Nel percorso di Marc Vinciguerra, ogni esperienza ha lasciato un segno, come colpi di scalpello sull’anima.

“Ci sono tantissimi episodi che mi hanno segnato.”

Ne ricorda uno in particolare: una notte a Venezia, lungo le rive dell’Adriatico, mentre passeggiava con la pronipote di Charles Darwin, professoressa di poesia a Oxford.

“Mi raccontava come le scoperte di Darwin avessero influenzato la fede della moglie.”

Un dialogo che, sotto il cielo di Venezia, intrecciava scienza, fede e poesia.

Artista contemporaneo spirituale Marc Vinciguerra nel deserto con bastone filosofico Edmund Husserl
Marc Vinciguerra in the desert of the middle east with his Edmund Husserl cane –© 2024 Marc Vinciguerra. All rights reserved.

Altri ricordi riaffiorano con la stessa intensità:

“Quando fui il primo ad alzare la mano durante una sessione di composizione poetica a Venezia con il vincitore del T.S. Eliot Prize per la poesia, o quando proiettai un film sul mio lavoro alla Fondazione Cini e Ian McEwan mi fece domande sulla mia pratica artistica.”

Marc racconta con emozione la serata al MACS di Catania, quando il suo Trittico della Religione dell’Ateismo fu esposto sotto tre volte di un antico monastero del Settecento:

“Giuseppina Napoli è una perla rara, e ricordo sua madre che appese al muro del museo un tessuto sacro di famiglia per intensificare l’atmosfera rivelatoria dell’opera. Non lo dimenticherò mai.”

Anche nel deserto di Bombay, i ricordi si fanno incisi profondi:

“Le conferenze che ho tenuto in mezzo al deserto davanti a filosofi straordinari, o quando ho costruito un frammento alto cinque metri della mia cattedrale secolare.”

Fu proprio lì, alla Bombay Beach Biennale, che Marc raggiunse una nuova consapevolezza artistica:

“È lì che ho iniziato a scrivere sulle mie sculture. Bombay è il luogo dove arte e filosofia si sono fuse completamente nel mio lavoro. Le installazioni che ho realizzato lì sono sculture, ma anche libri sacri aperti nel deserto.”

E infine, il momento che resterà per sempre nel suo cuore:

“Il grande filosofo dell’Università di Oxford, Mark Wrathall, mi disse che la mia installazione ‘dovrebbe diventare un luogo di pellegrinaggio’.

Questo complimento giustifica tutta la mia vita.”

Ogni incontro, ogni parola, ogni gesto ha contribuito a scolpire il senso profondo del suo cammino.

Dialogare con la grande filosofia

Tra i momenti più significativi del suo percorso, Marc Vinciguerra ricorda l’incontro con Sir Roger Scruton, uno dei più grandi filosofi britannici contemporanei.

“Il confronto con Roger Scruton è stato estremamente interessante. Era uno dei filosofi più importanti in Inghilterra al tempo.”

Un’immagine rimane impressa nella memoria:

“Qualcuno ci dipinse mentre parlavamo di trascendenza vicino a un castello in Scozia.”

Per cinque estati consecutive, tra la Scozia e Venezia, Marc ebbe l’opportunità di vivere a stretto contatto con Scruton.

Quello che lo colpì di più non fu solo l’acutezza del suo pensiero, ma la sua inesauribile sete di conoscenza.

“Ricordo che aveva un piccolo libro scritto a mano in arabo che studiava con cura tra una lezione e l’altra. Continuava a imparare nuove lingue, e a volte si allontanava per sedersi su una panchina sotto un albero a scrivere splendide conferenze, che poi declamava alla fine delle cene sotto la loggia della Fondazione Cini. Una mente splendida.”

Stare accanto a Scruton ha avuto un effetto trasformativo:

“Stargli accanto ha cambiato la mia vita, perché mi ha fatto capire che il più grande tesoro della vita è la conoscenza.”

Più che semplici insegnamenti, quei momenti gli trasmisero una verità profonda:

“Esiste una cosa chiamata alta cultura, e l’arte non dovrebbe mai essere separata dalla filosofia, altrimenti rischia di diventare solo vento.”

Pur nel rispetto reciproco, i due pensatori arrivarono a divergere su un punto fondamentale:

“Entrambi riconoscevamo l’importanza della relazione tra arte e religione, ma lui credeva che il massimo risultato della religione fosse già stato raggiunto nel passato, mentre io penso che il più grande risultato della religione debba ancora venire, e sarà nel futuro.”

Ciò che Marc conserva da quegli incontri, ciò che continua a scolpire nella sua pratica quotidiana, è una certezza granitica:

“Un grande artista non deve mai confondere l’epoca in cui vive con l’obbligo di essere moderno o contemporaneo a tutti i costi.”

Un’eredità che Vinciguerra onora ogni giorno, scolpendo non solo nella materia, ma nel tempo.

La cattedrale secolare: un nuovo tempio del sacro

Tra i progetti più ambiziosi di Marc Vinciguerra c’è la realizzazione di una cattedrale non religiosa: un luogo che renda visibile il progresso spirituale della nostra epoca.

“Inizierò il modellino della mia cattedrale secolare il prossimo settembre. È un progetto davvero entusiasmante.”

Non un tempio tradizionale, ma uno spazio dove secolarismo e religione si incontrano in una nuova sacralità, senza dogmi né confini.

“Voglio creare una cattedrale in cui ciò che la nostra epoca ha portato come progresso dell’essenza della religione diventi visibile. Un nuovo simbolo religioso verrà creato per mostrare l’intersezione tra secolarismo e religione.”

Il progetto è già in cammino.

Opera di arte contemporanea spirituale "The Invisible Cathedral" di Marc Vinciguerra, portali sacri monumentali nel deserto
The Invisible Cathedral © 2022-2024 Marc Vinciguerra. All rights reserved.

Marc ha scolpito l’altare, dove sette figure fluttuano nello spazio, e ha scelto una splendida lastra di marmo Portoro per il pavimento.

Ha immaginato due portali, il nord e il sud, ciascuno sorvegliato da filosofi che incarnano tensioni opposte:

“San Tommaso d’Aquino e Hegel sorveglieranno il portale nord, mentre Sant’Agostino e Nietzsche sorveglieranno il portale sud.”

Un dialogo eterno che abbraccia tutte le direzioni che la civiltà occidentale potrebbe intraprendere.

La parte più entusiasmante?

“Inserirò il Trattato di teologia che sto scrivendo all’interno della cattedrale come un manoscritto miniato.”

Unire pensiero e materia, scrittura e scultura, in un’opera totale.

Il modellino sarà grande – circa due metri di altezza – e sarà possibile aprire e chiudere la cattedrale come una grande casa spirituale a bambola, con i portali che si apriranno sull’altare, dove i sette movimenti della sua teologia saranno scolpiti in ascesa.

Il simbolismo sarà ovunque, integrato nello spazio stesso:

“Anche attraverso un simbolo in metallo che ho creato con dei nuovi ‘fedeli’ che pregheranno non una religione, ma l’essenza della religione, che è più religiosa e più universale della religione stessa.”

Marc Vinciguerra non sta semplicemente costruendo una cattedrale: sta scolpendo un nuovo linguaggio per il sacro, destinato a sopravvivere oltre ogni confine storico.

Un sogno scolpito nell’infinito

Se c’è un sogno che ancora abita Marc Vinciguerra, è quello di vedere la sua cattedrale secolare prendere vita a grandezza naturale.

“Quel sogno sarebbe trasformare il modellino della mia cattedrale in una cattedrale reale a grandezza naturale.”

Non sarebbe necessario costruirla da zero:

“Potrei trasformare una chiesa abbandonata in una cattedrale secolare, dove il secolare arricchisce il religioso invece di distruggerlo.”

Alcuni frammenti di questo sogno sono già realtà:

“Ci sono porzioni della mia cattedrale alte fino a 5,5 metri che si trovano nel deserto della California.”

Arte contemporanea spirituale: Marc Vinciguerra con "The Triptych of the Religion of Atheism" alla Biennale di Venezia 2018
The Triptych of the Religion of Atheism by Marc Vinciguerra -The Religion of Atheism ©2015-2016 Marc Vinciguerra. All rights reserved.

Ma il sogno più grande è ancora da realizzare:

“Sarebbe grandioso, un giorno, crearne una completa, con un anfiteatro dove ogni settimana si tenga un programma di lezioni di filosofia.”

Non è solo architettura, non è solo arte: è un atto educativo e spirituale.

“Perché lezioni di filosofia in una cattedrale? Perché credo, come Hegel, che filosofia e teologia siano la stessa cosa, dato che l’infinito è destinato, in ultima analisi, a diventare conoscenza.”

In un mondo assetato di senso e privo di direzioni condivise, Marc Vinciguerra sogna un tempio dove l’infinito diventi conoscenza viva.

Un luogo dove l’arte non sia solo bellezza, ma educazione dell’anima.

“Il mondo ha più che mai bisogno di essere educato sulle sue stesse credenze.”

Un messaggio agli artisti del futuro

Se dovesse lasciare un messaggio agli artisti emergenti, Marc Vinciguerra non parlerebbe di successo, né di stile.

Parlerebbe di responsabilità storica e sete di infinito.

“Se oggi un artista è interessato più alla profondità e al significato che alla pura forma priva di narrazione, gli direi di cercare di inserire ciò che chiama significato e profondità nel flusso della storia, per assicurarsi che la sua ricerca sia coerente con il proprio tempo.”

Il significato e la profondità, ricorda, non sono concetti astratti:

“Sono categorie storiche.”

La loro perdita non è solo una crisi psicologica:

“Spesso perdiamo il significato perché l’epoca in cui viviamo non ha fiducia nella sua definizione dell’infinito, o perché ha perso completamente il contatto con esso.”

Vinciguerra cita Carl Gustav Jung, il grande psicologo che intuì qualcosa di rivoluzionario:

“Molte nevrosi non sono solo psicologiche, ma derivano anche dall’incapacità di connettersi con l’infinito.”

Jung parlava di nevrosi teologica: una sete antropologica di significato insoddisfatta che può tradursi in comportamenti autodistruttivi.

“Il desiderio di infinito dovrebbe far parte delle cure per la salute mentale.”

La questione dell’infinito, sottolinea Marc, non riguarda solo la religione, ma il benessere collettivo.

E infine, il suo consiglio agli artisti si fa quasi poesia:

“Leggi come un eremita, cerca come un profeta e ama l’ateo tanto quanto il religioso, se vuoi rappresentare una religione che sia davvero religiosa.”

In queste parole si racchiude tutto il senso di un’arte che vuole essere cura, luce, cammino.

Incontrare Marc Vinciguerra non significa solo parlare di scultura.

Significa attraversare deserti interiori, dialogare con filosofi antichi e moderni, ridere tra un Rodin “toccato di nascosto” e una lezione di vita sotto una loggia veneziana. Con il suo lavoro, Marc non modella solo la materia: scolpisce sentieri per l’infinito.

Arte contemporanea spirituale: variazione di "Facing the Void" di Marc Vinciguerra, figure scolpite sospese senza neon
Variation on Facing the Void without the neon by Marc Vinciguerra Facing the Void © 2020 Marc Vinciguerra. All rights reserved.

La sua arte, la sua visione e il suo pensiero sono una testimonianza luminosa di quanto ancora possiamo — e dobbiamo — credere nella potenza dell’arte come viaggio verso l’essenza stessa dell’essere umano.

Noi, come cammelli pazienti nel deserto del pensiero, non possiamo che seguirlo, con profonda stima, ammirazione e sincero fascino.

Vi invitiamo a seguire Marc sul suo sito ufficiale marcvinciguerra.com  e su instagram

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E noi ci vediamo alla prossima!

Veronica Sterrantino

18.4.2025