Scrivere nei momenti difficili: quando la scrittura diventa respiro

Parole contro l’ansia: quando la scrittura diventa respiro

Di Cristiana Conti (@lamiavocescritta)

Un segnale

L’ansia non è solo quella sensazione di nodo allo stomaco che ci assale la domenica sera pensando alla settimana che ricomincia. Non è soltanto l’irrequietezza che accompagna un esame, un colloquio, una scelta difficile. L’ansia può assumere forme molto più complesse.
Può immobilizzare il corpo e la mente, rendere impossibile anche il gesto più semplice, come alzarsi dal letto o parlare con qualcuno. Può manifestarsi come un fiume di pensieri confusi e dolorosi, un vortice interiore che logora, che soffoca. A volte si presenta con il fiato corto, il cuore che accelera, le mani sudate. Altre volte si nasconde dietro un silenzio improvviso, una voce che si spegne, una fuga involontaria dalla realtà.
Ma soprattutto, l’ansia è un segnale. Un campanello d’allarme del nostro corpo e della nostra psiche che ci avverte che qualcosa non va, che stiamo superando un limite, che c’è un bisogno che non stiamo ascoltando. Ignorarla o minimizzarla rischia di amplificarne gli effetti. Ascoltarla, invece, può essere il primo passo per prendersi cura di sé, per capirsi più a fondo, per cercare aiuto.

Scrivere per respirare

Scrivere è un atto apparentemente semplice. Ma può diventare un gesto profondamente terapeutico. Quando le parole escono da dentro e prendono forma, spesso ci si accorge di respirare meglio. La mente si svuota, il cuore rallenta, il corpo si rilassa. Scrivere non risolve l’ansia, ma la attraversa, la nomina, la rende meno minacciosa.

Il potere del nome

Dare un nome alle emozioni è un atto potente. Dire “oggi ho paura”, “mi sento fragile”, “non riesco a concentrarmi” ci riconnette con la parte più umana di noi stessi. La scrittura, in questo senso, non è solo un rifugio: è uno specchio. E uno specchio che ci restituisce sempre un’immagine da cui ripartire.

Non esiste un solo modo

Non esiste un solo modo di scrivere contro l’ansia. C’è chi tiene un diario, chi compone poesie, chi scrive lettere che non invierà mai. La chiave non è la forma, ma l’autenticità. Scrivere senza censura, senza giudizio, anche senza grammatica perfetta: basta che sia vero.

La scrittura come spazio sicuro

In un mondo che ci spinge alla performance, alla velocità, all’efficienza, la scrittura può essere uno spazio lento, un tempo per sé. È uno strumento che permette di esplorare, rielaborare, comprendere. Anche solo per un momento, la scrittura crea un angolo dove l’ansia non comanda.

Non serve essere scrittori

Non serve essere scrittori per scrivere. Serve solo il desiderio di ascoltarsi. E la fiducia che, parola dopo parola, si possa ritrovare un po’ d’aria. A volte basta una frase semplice, ma vera, per aprire una finestra dentro di noi.

Ti invito a provare a scrivere ogni volta in cui l’ansia inizia a farsi sentire.
Chiediti: cosa sta cercando di dirmi?

Restiamo connessi

Questo è il quarto passo del nostro percorso di scrittura espressiva con Cristiana Conti.

Tra due settimane uscirà il quinto e ultimo incontro della sua rubrica, intitolato:

“Scrivere a brandelli: collage, poesia, appunti, silenzi.”

Un ultimo viaggio per scoprire come la scrittura possa diventare un gesto di scoperta e rinascita, per lasciare andare ciò che pesa e fare spazio al nuovo.

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Le parole sono un dono: lascia che diventino anche il tuo rifugio.
Cristiana Conti

23.7.2025