Scrivere nei momenti difficili: La paura di scriversi davvero

La paura di scriversi davvero

Scriversi per mettersi a nudo senza giudizio
A cura di Cristiana Conti (@lamiavocescritta)

Scriversi davvero significa mettersi a nudo, senza giudizio.
Non serve essere “scrittori esperti”: serve unicamente essere onesti con sé stessi.
Si tratta di esprimere la realtà.
Quando lasciamo fluire i pensieri, senza filtrarli, senza modificarli, stiamo compiendo un gesto profondamente liberatorio.
In quel momento stiamo dicendo a noi stessi:
"Ti vedo. Ti ascolto, ora puoi parlare."
La scrittura può diventare uno specchio.
Ci permette di osservare meglio chi siamo, di chiarire pensieri confusi, di dare forma a emozioni che altrimenti resterebbero nascoste.
Scrivere può rivelare bisogni non espressi e blocchi interiori.
E può rivelare nuove consapevolezze.

Riflesso di un volto femminile in uno specchio rotto, simbolo di introspezione, auto-osservazione e consapevolezza emotiva

Scriversi davvero è come ascoltare quella parte di noi a cui raramente concediamo spazio.
Quella voce interna, fragile e profonda, che spesso teniamo in silenzio per paura di sentire troppo.
Scrivere di sé non è solo mettere parole su carta: è un atto di coraggio autentico.
È il momento in cui decidiamo di non mentirci più.
Siamo abituati a raccontarci in modo parziale filtrando la realtà.
Lo facciamo con gli altri, ma soprattutto con noi stessi.
Quante volte evitiamo di guardarci dentro davvero, per non sentire ciò che fa male?
Ci raccontiamo bugie, inventiamo scuse, minimizziamo.
Nascondiamo dolori, paure, desideri, rabbie.
Come se scriverli potesse renderli troppo reali, troppo concreti.
Ma è proprio lì che si racchiude il potere della scrittura.

… Può fare paura

Ma tutto questo può fare paura.
Perché, nel momento in cui ci scriviamo davvero, non possiamo più fingere.
E allora ci chiediamo:
e se scoprissi qualcosa che non mi piace di me?
E se emergesse una parte fragile, arrabbiata, inadeguata?
Ma reprimere questi aspetti, ignorarli, può essere rischioso.

Un atto terapeutico

Frase 'love yourself' scritta a mano con penna su foglio bianco, concetto di auto-amore e scrittura terapeutica

Trasformare in parole le emozioni è un atto terapeutico.
È un primo passo per trasformare il dolore in qualcosa di vivo che può essere accolto.
Le nostre ombre, spesso, sono soltanto parti di noi che non hanno mai avuto spazio per esprimersi.
Scrivere permette loro di uscire allo scoperto.
Non occorre farlo tutti i giorni o con seguendo delle regole.
Anche un singolo momento può essere sufficiente per far emergere qualcosa di prezioso.
Non servono pagine intere.
A volte bastano poche righe sincere.
Puoi scriverti su un quaderno, sulle note del telefono, su un foglio libero.
L’importante è che sia uno spazio tuo, sicuro.
Un luogo dove puoi essere chi sei.

Porsi delle domande

Prova a porti queste domande:
Cosa sto evitando di dirmi?

Quale emozione cerco di non sentire?

Cosa desidero profondamente, ma ho paura di ammettere?

Scriversi davvero non è solo un esercizio personale.
È un gesto di cura, un modo per riconnettersi.
È come tendersi la mano.
Certo, non è sempre facile.
Ma qual è il vero rischio?
Forse non è il dolore che possiamo incontrare, ma ciò che perdiamo nel continuare ad ignorare alcune parti.
Scriversi è scegliere di specchiarsi e aprire la possibilità di trasformarsi.

Donna sorridente scrive su un diario vicino a una finestra, simbolo di scrittura terapeutica e benessere emotivo

A presto, con il prossimo passo del percorso:
“Parole contro l’ansia: quando la scrittura diventa respiro.”

Un’altra tappa di ascolto, cura e trasformazione.
Perché la scrittura, se accolta con sincerità, può condurci dentro la parte più vera di noi stessi.
Un invito a continuare il viaggio dentro di sé, una parola alla volta.

Restate con noi, e con la voce scritta di Cristiana.

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Cristiana Conti

9.7.2025