“Non è la realtà a stressarci, ma il modo in cui scegliamo di guardarla.”
— Albert Ellis, psicologo e padre della Terapia Razionale Emotiva
Il ritorno dalle vacanze è un po’ come rientrare in una casa dopo che è stata per settimane chiusa: all’inizio l’aria sembra pesante, c’è bisogno di aprire le finestre e lasciar entrare luce nuova. Dopo i giorni sospesi dell’estate, scanditi da orari più liberi e spazi dilatati, la ripresa di scuola e lavoro può sembrare un muro che si alza davanti a noi. È in quel momento che compaiono gli ospiti inattesi: stress, ansia, malinconia.
Questo fenomeno ha un nome preciso: post-holiday blues. Secondo diversi studi di psicologia clinica, tra cui quelli della ricercatrice Sonia Lupien, il cervello umano percepisce il rientro come una situazione di allerta. Gli schemi abituali vengono improvvisamente rimessi in moto, le responsabilità premono, e ci sentiamo come se la libertà conquistata fosse già lontana. Ma la soluzione non sta nel fuggire da questo stato: sta nell’imparare a trasformarlo in un’occasione di rinascita.
Ecco allora cinque consigli pratici, pensati per accompagnarti in questo nuovo anno lavorativo o scolastico con equilibrio e gentilezza.
Il modo in cui iniziamo la giornata traccia la rotta di tutte le ore che seguiranno. Creare un rituale mattutino significa dare al corpo e alla mente un segnale di stabilità. Non serve che sia qualcosa di lungo o complicato: può essere una tazza di tè bevuta lentamente, tre respiri davanti alla finestra, un brano che ti ricorda chi sei davvero.
Il pioniere dell’arteterapia Shaun McNiff scriveva che i rituali sono “ponti simbolici capaci di trasformare il caos in armonia”. Ogni gesto che scegli come rito del mattino è un modo per dirti: “Sto tornando a me stesso, prima ancora che al mondo esterno.”
Pratica: tieni un piccolo quaderno accanto al letto e scrivi ogni mattina una parola chiave che rappresenta ciò che vuoi portare con te durante il giorno. Sarà la tua bussola interiore.
Spesso pensiamo che per combattere lo stress servano ore di meditazione o grandi cambiamenti nello stile di vita. In realtà, anche cinque minuti possono fare la differenza. Le tecniche di mindfulness lo confermano: micro-pause durante la giornata hanno un impatto concreto sulla riduzione del cortisolo, l’ormone dello stress.
La chiave è l’intenzionalità: fermarsi non per “perdere tempo”, ma per rientrare in contatto con il respiro, con il corpo, con il momento presente. Questo piccolo atto è già di per sé una forma di ribellione al ritmo frenetico che spesso ci inghiotte.
Pratica: imposta un promemoria due volte al giorno sul telefono. Quando suona, chiudi gli occhi, inspira per 4 secondi, trattieni per 2 ed espira per 6. Bastano tre cicli per cambiare l’energia.
Non c’è bisogno di essere artisti per trarre beneficio dall’arte. Disegnare un simbolo, colorare un foglio, scarabocchiare senza scopo è un modo per alleggerire la mente. L’arteterapia lo dimostra da decenni: il gesto creativo libera dalla gabbia dei pensieri ripetitivi e restituisce spazio alla leggerezza.
In un mondo che ci chiede sempre di produrre, il disegno libero e senza giudizio diventa un atto di libertà. È un invito a riscoprire il piacere del gioco, del colore, della forma. Non c’è un “risultato” da raggiungere, solo un tempo sospeso da vivere.
Pratica: tieni sul tavolo penne e pennarelli colorati. Ogni volta che senti l’ansia salire, dedica almeno 10 minuti a tracciare linee e forme, senza pensare. È un modo semplice per tornare al presente.
Spesso associamo il movimento all’idea di performance, ma il corpo ci chiede soprattutto costanza e gentilezza. Una ricerca della Harvard Medical School ha dimostrato che camminare almeno 30 minuti al giorno riduce significativamente i sintomi depressivi e aumenta la resilienza emotiva.
Non servono palestre affollate o allenamenti intensivi: basta una passeggiata lenta, senza cuffie, lasciando che i suoni intorno a noi diventino il nostro mantra. Il corpo, muovendosi in modo naturale, invia al cervello un messaggio rassicurante: “Sono vivo, sono qui, posso affrontare la giornata.”
Pratica: scegli un momento fisso della giornata – al mattino presto, o al rientro da lavoro/scuola – per concederti una camminata lenta. Non deve essere lunga: anche 15 minuti sono un regalo immenso.
Il senso di ansia e oppressione nasce spesso dall’idea di dover affrontare montagne troppo alte. In realtà, ogni grande obiettivo può essere smontato in piccoli passi. Lo psichiatra Viktor Frankl, sopravvissuto ai campi di concentramento e autore di Uno psicologo nei lager, scriveva: “Chi ha un perché sopporta quasi ogni come.”
Avere chiari i micro-obiettivi ci restituisce la percezione di poter incidere sulla realtà. Non siamo spettatori passivi del nostro rientro, ma co-creatori di un percorso che possiamo rendere più leggero e sostenibile.
Pratica: prendi un’agenda e per ogni grande obiettivo del mese scrivi tre micro-azioni concrete da compiere entro la settimana. Ogni piccolo passo è un mattone che costruisce la tua stabilità.
Il ritorno non è la fine di un viaggio, ma il preludio a una nuova possibilità. È l’occasione per trasformare la leggerezza estiva in gesti quotidiani che nutrono corpo e anima. Non si tratta di eliminare lo stress, ma di imparare a danzare con esso, trasformandolo in energia creativa.
Carl Rogers, padre della psicologia umanistica, scriveva:
“La buona vita è un processo, non uno stato dell’essere. È una direzione, non una destinazione.”
E allora, quale sarà il tuo primo piccolo passo per affrontare questo nuovo anno con equilibrio?
Seguici sui nostri social per non perdere i nostri contenuti quotidiani e scriviti alla newsletter per ricevere in anteprima idee, rubriche e visioni direttamente nella tua inbox.
3.9.2025