Lasciarsi avvolgere dai colori: ecco lo Stile Compresso di Anna Maisetti

Ci sono corpi che si nascondono per non disturbare, e poi ci sono corpi che, pur fasciati, scelgono di danzare.

Anna Maisetti appartiene a questa seconda meravigliosa categoria. Attivista, paziente esperta, fondatrice della community internazionale @Stile_Compresso, è la prima modella italiana con linfedema ad aver sfilato alla Milano Fashion Week, indossando in passerella la compressione lilla come gesto politico e poetico insieme.

Invisibile all'occhio non esperto, è una condizione che accompagna la vita quotidiana con pesi nascosti. Anna ha scelto di renderli visibili, colorati, condivisi. Di renderli umani.

La serenità inizia sempre da un piccolo rito di cura.

La sua pagina Instagram non è solo un diario: è un luogo di riconoscimento, confronto, rappresentazione. Attraverso le sue foto, i suoi pensieri e le sue parole, Anna racconta il corpo, la moda, la cura, la rabbia, la bellezza, la libertà.

Con le sue garze lilla, ci ha ricordato le ginnaste che danzano con i nastri: ogni gesto non è solo forma, ma significato. In questo racconto, ci ha accompagnati dentro il suo mondo con la generosità e la forza di chi non ha più bisogno di nascondersi.

Il corpo come casa

Per molto tempo il mio corpo è stato un campo di battaglia. Dopo l’intervento per il cancro a 22 anni, le cicatrici, il gonfiore causato dal linfedema, sentivo che quel corpo non mi apparteneva più. Era come se fosse diventato un oggetto da gestire, da nascondere, da correggere costantemente.

Poi qualcosa si è ribaltato. Una fessura si è aperta nella corazza.

Ho iniziato a sentire che quel corpo, così imperfetto e segnato, era anche ciò che mi aveva permesso di sopravvivere. Ha sopportato dolore, operazioni, terapie, eppure era lì, presente, vivo.

E così ha iniziato a vestirlo. Ad abbellirlo. Ad onorarlo.

Quando ho scelto di non coprirmi più, ma di esprimermi anche attraverso di lui. Allora ho capito che non c’era più nulla da correggere, ma molto da accogliere.

Anna Maisetti con outfit total black e dettagli rossi.
Ogni dettaglio sussurra libertà e consapevolezza

Dal silenzio alla condivisione

C’è sempre un punto di rottura. Un momento esatto in cui il silenzio pesa più delle parole.

Sì, lo ricordo benissimo. Ero stanca di vivere una condizione che sembrava non esistere, se non nei manuali medici. Le uniche informazioni che trovavo sul linfedema erano documentazioni cliniche molto spaventose, immagini estreme, parole fredde. Nessuno raccontava cosa volesse dire viverlo ogni giorno: dal vestirsi, all’andare al mare, fino al gestire lo sguardo degli altri. Mi sentivo profondamente sola.

Quel vuoto le ha acceso qualcosa dentro. Un impulso viscerale a rompere l’invisibilità.

Un giorno, decisi di cercare altri aprendo il profilo Stile Compresso e pubblicando la foto delle mie gambe, la destra con la calza. Volevo esserci, volevo raccontare. E da quel momento non ho più smesso. È stato come prendere per mano la me stessa impaurita e dirle:
“Non sei sola. E non lo sarà più nessun altro.”

Aperitivo con stile e consapevolezza.

La nascita di un linguaggio collettivo

Dalla solitudine alla comunità. Dalla ferita al ponte.

Si parte dall’ascolto. Dall’avere il coraggio di guardare negli occhi il dolore dell’altro e riconoscergli dignità. La mia esperienza è iniziata come un racconto individuale, ma è diventata presto una narrazione collettiva. Ho capito che molte persone con linfedema, o con altri vissuti complessi legati al corpo, si sentivano escluse non solo dalla società, ma anche dal discorso della bellezza, della femminilità, della visibilità.

Anna ha costruito una rete con chi non si è mai sentito rappresentato: corpi con vissuti complessi, invisibili, silenziati.

L’alleanza nasce quando smettiamo di avere paura di mostrare la nostra vulnerabilità. Quando dici: “Anch’io mi sono sentita così”, e lasci spazio affinché l’altro possa dire: “Anch’io”.
E lì, tra quelle parole, nasce il ponte.

Copertina del libro 'Il linfedema dopo il cancro' di Anna Maisetti.
Il linfedema dopo il cancro” - Anna Maisetti - scopri su Amazon

Ripensare la bellezza

Prima pensavo che la bellezza fosse sinonimo di perfezione, controllo, conformità. Era qualcosa a cui aspirare, mai da possedere veramente. Dopo la malattia e l’insorgere del linfedema, quello schema è crollato. Ho dovuto guardarmi con occhi nuovi. Ho iniziato a cercare la bellezza nelle cose vere, nelle pieghe, nella resilienza.

Ma la bellezza vera non chiede permesso. Non ha una taglia. Non ha paura di tremare.

Oggi la mia idea di bellezza è più ampia, più profonda, più viva. Ha il colore della libertà e la forma dell’imperfezione abbracciata.

La bellezza, per Anna, oggi è uno stile personale, fatto di ironia e piccoli gesti autentici. È tutto ciò che ci permette di sentirci rappresentati anche fuori dagli schemi.

Anna Maisetti in costume sul pontile di un lago alpino.
Una carezza d’estate che profuma di libertà.

La compressione come atto politico

Quando Anna indossa la compressione, non è un gesto medico. È una dichiarazione.

Sto dicendo: “Io sono qui. E questo corpo, con tutto ciò che porta, è degno di essere visto, celebrato, raccontato.”
Quando indosso la compressione non sto nascondendo nulla, sto mostrando che è possibile convivere con qualcosa di difficile senza rinunciare alla propria identità.

Sfilare è un atto di rivincita. Fotografarsi è un messaggio di presenza.

Cammino per chi non può ancora farlo, per chi si nasconde, per chi non crede più nel proprio riflesso. Ogni mio gesto è un messaggio: “Non dobbiamo scegliere tra salute e bellezza. Possiamo avere entrambe, con i nostri tempi e a modo nostro.”

Anna Maisetti con abito blu e stivali neri in strada.
Uno street style che parla di coraggio.

La forza di una comunità

Chi segue Anna non la segue: la affianca, la abbraccia, si riconosce.

Mi scrivono persone che hanno finalmente trovato il coraggio di vivere con la compressione visibile, di tornare al mare, di raccontare la propria condizione ai colleghi, ai figli, al mondo.

Il messaggio che più l’ha segnata?

“Grazie a te, oggi non mi sento più un mostro.”
Ho pianto. Perché ho pensato a tutte le volte in cui io stessa mi sono sentita così. In quel momento ho capito che non ero più sola. E che da quel giorno nessun altro avrebbe dovuto sentirsi così, almeno non nel silenzio.

Moda come rivoluzione

Ha camminato in passerella con addosso una compressione lilla e dentro il petto un uragano.

Ho sentito un nodo alla gola e le gambe tremare, ma anche una forza immensa.
Sfilare o posare per delle campagne di moda non è solo un’esperienza estetica o professionale: è l’incarnazione di anni di dolore trasformati in possibilità.
Sento addosso le storie di tutte le persone che mi scrivono, e che mi ringraziano di aver aperto una strada, che aspettano di vedere qualcosa di diverso da ciò che siamo abituati.

La moda diventa messaggio.

Ci tengo che ad ogni occasione la compressione sia visibile perché è un messaggio, un simbolo.

Anna Maisetti in passerella a sfilata di moda inclusiva.
Inclusività che sfila con fierezza.

L’attivismo come vocazione

Quando una storia personale smette di essere solo tua, diventa linguaggio politico.

Quando ho capito che la mia storia personale poteva incidere su come venivano prese le decisioni che riguardano tanti.
Quando sono stata invitata a portare la mia voce nei tavoli istituzionali, o a scrivere nei contesti scientifici, ho compreso che non stavo solo raccontando me stessa, ma che stavo contribuendo a costruire un linguaggio diverso intorno alla malattia.

Diventa missione.

...una missione politica quando combatti per i diritti. Quando chiedi che il linfedema venga riconosciuto a livello sociale, sanitario, sportivo. Diventa culturale quando dimostri che anche chi ha una patologia cronica può essere protagonista nella moda, nell’arte, nei media.

E Anna ha scelto di esserci, con tutto ciò che comporta.

Dal dolore alla parola

Mi fa ancora male dire quanto mi sono sentita umiliata da certi medici, da certe commissioni invalidità, da chi ha messo in dubbio il mio dolore solo perché non lo vedeva o conosceva nello specifico.
È un dolore sottile, ma costante. Un senso di ingiustizia che a volte torna a bussare.

Ma allo stesso tempo, una conquista:

non avrei mai pensato di riuscire a parlare così liberamente del mio corpo. Di riuscire a mostrarlo, celebrarlo, valorizzarlo, anche nei suoi limiti.
È una conquista immensa. E so che ogni parola detta con autenticità apre la strada anche ad altri.

Anna Maisetti in intimo color carne con protesi rosa.
La forza di chi accetta ogni sfumatura del proprio corpo

Il messaggio alla sé bambina

A quella Anna piccola, fragile, piena di domande, direbbe:

“Resisti.
Anche se ti sembra di essere diversa, anche se pensi di non andare bene, non cambiare per piacere agli altri. Quel dolore che senti oggi sarà la tua forza più grande domani. Un giorno, racconterai la tua storia e aiuterai tante persone a raccontare la loro.
Sei più coraggiosa di quanto credi. Fidati di te.”

Una parola sola

Se tutto quello che ha vissuto potesse stare in una parola sola, quella parola sarebbe:

Abbraccio.
Quello che ho imparato a dare a me stessa, prima di tutto.
“L’abbraccio che dice: Ti vedo, così come sei, e vai bene.”
È il gesto che contiene tutta la mia storia: la paura, la rinascita, la lotta e l’amore.
Ed è anche la promessa che ogni giorno cerco di mantenere: accogliere, sostenere, resistere. Insieme.

Anna Maisetti non è solo una voce: è un gesto che si ripete, un colore che resiste, una scelta che ogni giorno si rinnova.
Il suo corpo, avvolto da garze che sì, comprimono, ma al tempo stesso imprimono nella mente un messaggio potente:
esistono bellezze che non urlano, ma liberano.
Perché la vera forza non sta nel cancellare la fragilità, ma nel trasformarla in una presenza luminosa.

Anna Maisetti con abito azzurro a volant sul lago.
La bellezza di Essere contro ogni pregiudizio

Grazie ad Anna per aver condiviso con noi la sua storia, fatta di coraggio, autenticità e tanta ispirazione.

Vi invitiamo a seguirla su Instagram facebook e tiktok per continuare a scoprire i suoi messaggi e i suoi look che raccontano il corpo con libertà.

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Noi ci vediamo alla prossima con nuovi racconti da non perdere! 💌

Veronica Sterrantino

25.6.2025